Tombe dei Giganti
Le tombe dei giganti sono una tipologia di sepolcri a pianta rettangolare sorti durante l’età del bronzo nel contesto della civiltà nuragica.
Costituiti da grossi monoliti conficcati in terra e sormontati da degli architravi in pietra, potevano raggiungere una lunghezza di 30 metri.
La parte frontale era delimitata da un’esedra costituita da lastroni di pietra di altezza decrescente dal centro, dove talvolta risiedeva una stele, verso l’esterno.
I defunti venivano introdotti dall’alto dopo un rituale che veniva svolto in questo spazio. Quando la tomba non era più capiente, gli scheletri vecchi venivano tolti da un pertugio presente nella stele.
Dietro le tombe dei giganti e i rituali funebri c’è una simbologia affascinante, simile a quella delle domus de janas, legata al richiamo della vita e della rinascita. Infatti se viste dall’alto, le tombe dei giganti possono sembrare teste di toro stilizzate. La figura del toro era molto diffusa tra le popolazioni antiche della Sardegna perché era espressione della forza maschile e della potenza fecondatrice.
Frontalmente invece, le tombe dei giganti sembravano delle partorienti, simbolo che richiamava l’idea del ritorno alla madre, alla Dea Madre, e a partire da questa, un invito alla rinascita, colei che assicurava la vita oltre la morte.
Si creava così un binomio perfetto in quanto l’unione dell’elemento femminile con quello maschile sono fondamentali per dare origine alla vita umana.
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