Giara di Gesturi
L’altopiano della Giara si trova nella parte centro-occidentale della Sardegna e si erge tra una decina di piccoli ma graziosi comuni.
La conformazione simile a un inespugnabile castello naturale ha permesso il processo di antropizzazione fin dal neolitico: sono state scoperte diverse domus de janas e vi è testimonianza di più di venti nuraghi. Oggi di nuraghi ne sono rimasti circa una quindicina, tra cui il protonuraghe Bruncu de Madili, considerato il più importante della Sardegna per lo studio sull’evoluzione delle tecniche costruttive dei nuraghi.
Coperta in origine da fitti boschi di querce da sughero, la Giara oggi presenta tanti elementi tipici della Macchia Mediterranea: vi si trovano infatti il mirto, l’elicriso, il corbezzolo e il cisto, un arbusto dalle proprietà idrorepellenti con cui si coprivano le “Pinnettas”, tipiche capanne simili a quelle del periodo nuragico, utilizzate dai pastori come rifugio fino agli anni ’70, e ancora presenti nella Giara.
La Giara è soprattutto famosa per essere l’habitat degli ultimi cavalli selvaggi d’Europa. I Cavallini della Giara sono di rara bellezza, possiedono criniera e coda lunghissime e, come suggerisce il nome, sono di stazza piccola. Questo tuttavia non preclude la possibilità di avvistarli improvvisamente lungo i sentieri o nascosti tra i cespugli della Giara.
Durante l’inverno e la primavera le depressioni naturali della Giara, chiamate Paulis, si riempiono di acqua piovana, garantendo una discreta riserva per l’estate quando le piogge sono poco frequenti, e ricoprendosi di un manto di bianchi ranuncoli di cui sono tanto ghiotti i cavallini.
Oltre a questi splendidi animali, la giara è popolata da cinghiali, volpi, martore, ricci, conigli, così come da tanti uccelli che vivono o transitano sull’altopiano, come ad esempio alcune varietà di uccelli rapaci, il picchio rosso maggiore, i gruccioni, i germani reali, le cicogne e i cavalieri d’Italia. Una segnalazione in particolare va fatta per il “lepidurus opus Lubbocki”, un crostaceo arcaico, restato immutato da 200 milioni di anni, che vive nei paulis e che capita di avvistare nelle belle giornate primaverili.
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