Nord Sardegna
Principali sub-regioni del nord Sardegna
Logudoro
Il Logudoro occupa una vastissima porzione del nord Sardegna e corrisponde a quello che un tempo era conosciuto come il Giudicato di Torres, una delle entità politiche indipendenti che governarono la Sardegna durante il periodo medievale.
Grazie ai suoi fertili terreni di origine vulcanica e alla presenza abbondante di sorgenti d’acqua, l’area è stata abitata fin dal periodo Neolitico.
A questo periodo risale una delle più antiche espressione culturali dell’isola (IV millennio a.C.), nota come cultura di Ozieri o di San Michele. Questo nome deriva da una grotta situata nel comune di Ozieri, all’interno della quale sono stati scoperti elaborati manufatti di ceramica con rifiniture mai viste prima in Sardegna, inclusi vasi decorati con motivi geometrici e colorati con ocra rossa.
Le comunità preistoriche della Sardegna erano profondamente spirituali e avevano un culto molto forte dei morti. Durante questo periodo, apparvero le domus de janas, le necropoli scavate nella roccia che abbondavano soprattutto nel nord della Sardegna.
Queste comunità adoravano la dea madre, una divinità femminile associata alla fertilità, alla maternità e alla vita. Spesso, veniva rappresentata da statuine di marmo o argilla con seni abbondanti e un addome prominente. Il culto della dea madre era strettamente legato al culto del toro, anch’esso simbolo di fertilità, poiché l’animale era considerato dotato di forza e potenza. Non era raro trovare decorazioni o rilievi raffiguranti protomi taurini sulle pareti di molte domus de janas.
Entrambi questi culti potrebbero essere stati legati ai cicli agricoli e biologici, simili a molti culti matriarcali e animali presenti in altre culture antiche.
Con il passaggio all’età del bronzo in tutta la Sardegna, compreso il nord, vennero eretti complessi monumenti megalitici come i nuraghi. Il più rappresentativo di questi è la Reggia Nuragica di Santu Antine, che costituisce il nuraghe più alto e meglio conservato della Sardegna.
Oltre a queste testimonianze preistoriche che evidenziano il notevole progresso sociale e culturale raggiunto dalle antiche popolazioni sarde, un’altra caratteristica distintiva, soprattutto nel nord della Sardegna, è l’alta concentrazione di chiese in stile romanico. Tra queste spicca la Basilica della Santissima Trinità di Saccargia, che rappresenta una delle massime espressioni estetiche dello stile romanico-pisano grazie alla bicromia dei muri realizzati con conci di calcare e basalto nero, un elemento distintivo delle chiese umbro-toscane.
Gallura
La Gallura è una sub-regione storica situata nella parte nord-orientale dell’isola, confinante con la macroarea del Logudoro. Anche nella Gallura, la presenza dell’uomo è attestata fin dal Neolitico grazie ai ritrovamenti di ceramica cardiale e alla diffusione di dolmen e di circoli megalitici funerari, espressioni tipiche della Cultura di Arzachena che ha influenzato non solo la Gallura, ma anche la vicina Corsica.
Nonostante la morfologia prevalentemente montuosa, la Gallura è famosa soprattutto per la Costa Smeralda, un tratto costiero che, negli anni Sessanta, ha conosciuto un notevole sviluppo economico grazie all’industria turistica fondata dal principe arabo Aga Khan.
Egli intuì le potenzialità di questa zona grazie alla bellezza dei paesaggi e delle sue incantevoli calette. Con il supporto dei migliori architetti del mondo dell’epoca, venne creato uno stile architettonico che cercò di mantenere una continuità con l’aspetto tradizionale della Gallura, caratterizzato da una semplicità armoniosa inserita perfettamente nell’ambiente circostante.
ALCUNE località del
Nord Sardegna
Castelsardo
Situato su un’altura che si affaccia sulla costa, Castelsardo ha assunto un ruolo strategico sin dalla preistoria grazie alla sua favorevole posizione geografica.
Durante il periodo romano, fungeva da porto commerciale ed è poi diventato uno dei centri più importanti dell’isola sotto il dominio dei genovesi. In quel periodo fu costruito il Castello dei Doria e l’assetto urbano circostante, che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.
Grazie all’efficacia difensiva della cinta muraria del castello, Castelsardo fu l’ultima città regia a essere conquistata dagli aragonesi. Della stessa epoca è la concattedrale di Sant’antonio Abate, all’interno della quale è possibile ammirare diverse opere di arte sacra.

Alghero
Capitale della Riviera del Corallo, così denominata per la vasta quantità di corallo presente al largo delle sue coste, Alghero è conosciuta anche col nome di Barceloneta, a seguito del dominio catalano che ne ha tramandato l’uso della lingua, parlata ancora oggi da circa il 20% della popolazione.
La città che appare oggi è il risultato di estese costruzioni avviate a partire dal dodicesimo secolo sotto la famiglia genovese dei Doria. Questa dinastia progettò il primo sistema di fortificazioni, costituito oggi da una lunga cortina muraria a bastioni, intervallata da 7 torri e 3 forti. Inoltre, diversi stili architettonici, tra cui il neoclassico e il barocco, hanno ispirato la costruzione di chiese e palazzi.
Il territorio di Alghero ha una storia antichissima. Al Neolitico risalgono le necropoli a domus de janas di Anghelu Ruju e di Santu Pedru, dove sono state rinvenute statuette della dea madre, armi di bronzo e vasi campaniformi. All’età nuragica risale, invece, il villaggio di Palmavera che ospita uno dei nuraghi di calcare arenaria più importanti dell’isola.
Di notevole importanza naturalistica è il promontorio di Capo Caccia, con il suo profilo a forma di gigante addormentato, custode delle famose Grotte di Nettuno. Capo Caccia, insieme a Punta Giglio, fa parte del magnifico Parco Naturale di Porto Conte, habitat di numerose specie animali protette, fra cui grifoni e falchi pellegrini.
Bosa
Inserita nell’associazione “I Borghi più Belli d’Italia,” riconoscimento conferito ai piccoli centri abitati di notevole bellezza e ricco patrimonio culturale, anche a Bosa la presenza umana è documentata sin dall’epoca neolitica. Una testimonianza di questo periodo è la necropoli a Domus De Janas di Pontes.
La storia più recente è legata ai marchesi Malaspina. Sulle pendici del loro castello, il Castello di Serravalle, si sviluppò il caratteristico centro abitato con le sue pittoresche case colorate e le strette strade lastricate. All’interno delle mura del Castello, è presente la chiesetta dedicata alla Nostra Signora De Los Regnos Altos, le cui pareti interne sono decorate con pregevoli affreschi raffiguranti scene evangeliche.
Attraversata dal fiume Temo, l’unico fiume navigabile della Sardegna, lungo le sue sponde si trova il museo dedicato alle antiche concerie e la chiesetta romanica di San Pietro Extra Muros. Il Museo delle Conce, in particolare, conserva il ricordo dell’importante attività produttiva che ha caratterizzato l’economia del borgo sin dal Quattrocento. All’interno del museo, è possibile ammirare le vasche di lavorazione in muratura originali, attrezzature e utensili vari, e interessanti documenti fotografici.
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