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Sud Sardegna

Cagliari

Capoluogo dell’Isola, grazie alla sua posizione strategica, Cagliari fu sempre scelta a ospitare la sede dei governatori locali quando la Sardegna fu contesa dalle popolazioni egemoni che si succedettero nel bacino del Mediterraneo.

Anche durante il Medio Evo, quando l’intera Sardegna fu suddivisa in 4 giudicati indipendenti, la città divenne la sede del Regno Giudicale di Càlari.

Affacciata sul Golfo degli Angeli e sviluppata su diversi colli, Cagliari gode di ampie e spettacolari aree panoramiche. Fra queste il bastione perimetrale del quartiere di Castello, il suggestivo promontorio di Sant’Elia con la Sella del Diavolo, e il colle e parco di San Michele dove sorge l’omonimo castello di epoca giudicale.

Fra le attrazioni principali di Cagliari bisogna certamente menzionare il Museo Archeologico, e le torri pisane di San Pancrazio e dell’Elefante, baluardi difensivi contro gli attacchi saraceni e genovesi.

La sua antica storia segnata da tante dominazioni ha lasciato diverse altre opere monumentali importanti, dall’Anfiteatro romano, alla più antica necropoli di Tuvixeddu, la più grande necropoli punica al mondo finora scoperta.

Sulcis

Il Sulcis è una subregione della costa sud-occidentale della Sardegna che deve il suo nome all’antica Sulki – l’odierna Sant’Antioco – città che fece da sfondo a una delle più importanti battaglie delle guerre puniche, e che segnarono il passaggio dell’Isola dai Cartaginesi ai Romani (238 A.C.).

Prima dei Cartaginesi furono i mercanti fenici a esplorare quest’area dopo un’integrazione pacifica con la popolazione nuragica.

Il territorio fu tuttavia abitato fin dal neolitico e prova ne sono i menhir e le domus de janas diffusi nel territorio.

Durante l’età del bronzo compaiono i nuraghi, la testimonianza umana più evidente dell’epoca preistorica in Sardegna, ma anche pozzi sacri e tombe dei giganti.

Il Sulcis è caratterizzato da un enorme presenza di giacimenti minerari, la cui attività estrattiva ha attraversato periodi floridi e di forte crisi. Oggigiorno rimangono ben poche miniere attive, e quelle andate in disuso sono state riconvertite in museo, segnando così il passaggio dell’attività mineraria verso fini turistici.

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